lunedì 25 maggio 2015

Welcome to the NHK learning!

  Nel 2011 avevo finalmente terminato un periodo della vita ostico e stressante: il liceo. 
Ero satura di nozioni e processi dialettici, ormai ero solo intenta a divertirmi, andare al mare, leggere qualche libro interessante, uscire con gli amici e infine recuperare qualche serie TV che avevo trascurato per lo studio. Tuttavia proprio non riuscivo a far tacere il mio “grillo parlante”, la mia mente era intrisa di programmi di studio, giorni di orientamento, consigli dei parenti insomma non facevo altro che pensare al secondo stadio importante del piano di studio: l'università.  E' stato allora, nel periodo di installo, in cui ero in continua lotta con me stessa che ho trovato una delle passioni che custodisco gelosamente: la lettura dei manga. Leggevo articoli e libri su come diventare un editor, o una redattrice di manga, il mio obiettivo era comprendere la strada per fare qualcosa che mi piace: leggere e scrivere. Per poter arrivare al mio obiettivo, pensai di dover leggere quanto più potevo sull'argomento cosi cominciai a leggere tantissimi manga di vario genere, arrivai a duecento manga in poco tempo finchè non mi imbattei in Welcome to the NHK .

 

E' di informazione comune che i manga e gli anime veicolano la maggior parte della cultura, dai modi di comunicare al cibo, dagli usi ai costumi, dalla storia ai miti. In linee generali, quindi, quando si è immersi nella visione di un anime si apprendono molte informazioni sul modo di vivere. Tuttavia Welcome to the NHK oltre a fornire informazioni sugli atteggiamenti e sui miti del popolo d'Oriente, nella mia mente, ha aperto le porte di un modo di cui ignoravo l'esistenza, un mondo in cui emerge una figura che ai giorni nostri se non fosse stato per la lettura di questo manga, etichetterei anch'io come un semplice emarginato.
Difatti nel manga attraverso la delineazione di Satou Tatsuhiro, classico hikikomori giapponese, che vive recluso nel suo appartamento, ha troncato ogni rapporto della dimensione sociale dalla sua quotidianità, ha lascialo l'università e vive con i soldi che gli regalano i suoi genitori, riesce a trasmettere al lettore, le chiavi di lettura principali per conoscere e apprendere quel che poi è stato definito da alcuni esperti, come un campanello d'allarme. I protagonisti della vicenda, sono un giovane hikikomori-neet ed il suo relazionarsi con diversi personaggi disincantati che affrontano problemi tipici della gioventù, difficili da superare. Tatsuhiro Satō è un ragazzo che, ormai da ben 4 anni, vive rinchiuso nel suo appartamento a Tokyo ed egli rappresenta perfettamente l'hikikomori giapponese: ha mollato l'università, non ha un lavoro, non ha contatti con altre persone e stenta a vivere con i soldi che gli passano i genitori da casa.


I dieci minuti del video selezionato, offrono diversi spunti di riflessione.
Dal video si ha la possibilità di toccare diverse tematiche, come se fossero “estratte” direttamente dalla bocca di un hikikomori:
La prima cosa che salta all'occhio è l’ambientazione della stanza. Quest'ultima è caratterizzata da lattine vuote, panni stesi, riviste, in generale disordine e scarsa illuminazione.Una reazione, azione, di questa perenne oscurità può essere l’inversione del ritmo circadiano, della notte con il giorno. Infatti, le prime parole del protagonista dell’anime, Tatsuhiro Satō, sono:

“Ultimamente la mia testa ha qualcosa che non va… sarà perché dormo sedici ore al giorno”.
 
Un altro momento del video che fornisce una chiave di lettura, inizia al minuto 3.18 circa, quando Saito guarda la porta e ragiona su quanto sarebbe facile, in teoria, uscire per andare fino all’appartamento accanto e bussare. Gli hikikomori, infatti, credono di essere in grado di uscire quando lo desiderano, raccontandosi spesso delle bugie del tipo “posso, ma non voglio” . Il filmato continua con una fantasia del protagonista, che immagina come la gente lo guarderebbe se uscisse dalla sua stanza. Nel video, si notano delle perchè che sono intente ad osservarlo, che ridono alle sue spalle, che lo scherniscono e lo offendono.  Il periodo in cui inizia l'isolamento di Saito è quando afferma “L’estate del primo anno di università…”. Come già è stato descritto nel primo capitolo, l'isolamento è una fase critica in cui molti fattori cambiano e la paura di ciò che si dovrà affrontare spesso è talmente forte che spinge l'interessato al ritiro sociale. Nel lungo momento di silenzio, nel video, sono evidenti gli elementi che irrimediabilmente caratterizzano la vita di un recluso.
Un silenzio scandito dal frinire delle cicale, in cui domina l'inattività e l’apatia del protagonista. Scorrendo, si arriva al tema del “complotto”, quello che lui identifica nella “Nihon Hikikomori Kyokai”, traducibile come “Associazione Giapponese Hikikomori”.      
E' palese la tendenza ad attribuire le cause della propria condizione a fattori esterni, come è evidente da frasi del genere “non è colpa mia se sono recluso, è colpa dei complotti contro di me”, e una sempre più crescente sfiducia nei confronti della società. Infine, il video offre anche l'occasione di trattare un’importante distinzione, quella tra hikikomori, otaku e neet.
 A grandi linee: mentre l'Otaku è un termine giapponese che si riferisce a soggetti ossessivamente interessati a qualcosa, in particolare attinente al mondo dei manga, i Neet, Not in Education, Employment or Training, è un termine inglese che si riferisce alle persone che non studiano e non lavorano.
 
 

A cura di
Charlie R.




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