domenica 17 maggio 2015

Scuola e Digitale: possibilità e difficoltà di collaborazione

La questione dell’eventuale combinazione scuola/digitale è annosa ed estremamente attuale. Il digitale è un valore aggiunto, insufficiente da solo per un corretto funzionamento della scuola; potrebbe permettere dove possibile miglioramenti tecnologici, strumentazione aggiornata e tecniche innovative ma non conduce direttamente ad un aumento o miglioramento dell’apprendimento. La digitalizzazione deve fare i conti con persone,approcci e metodologie differenti, l’unione tra questi dovrebbe condurre a risultati migliori di quelli raggiungibili attraverso la didattica tradizionale. La difficoltà, ma anche un ampio orizzonte di possibilità, è tutta qui. 
Dobbiamo tener presente che i destinatari sono bambini e ragazzi,diversi per caratteristiche e processi mentali, ritengo perciò necessario un processo di adattamento e di comprensione profonda del mondo digitale da parte degli studenti, ma anche un percorso inverso, di apertura del digitale e dei suoi esperti all’ambito scolastico, un venirsi incontro. Occorre un impegno sociale e politico, in termini di investimenti consistenti in ricerca e innovazione; va compreso di cosa ha realmente bisogno la scuola, spesso bastano pochi interventi mirati per potersi confrontare con il pur modesto apparato tecnologico esterno; qualora poi si decidesse di iniziare un percorso in cui fondere elementi tradizionali e innovativi, bisogna che gli insegnanti e gli alunni si prendano il tempo necessario per assimilare il tutto, non si possono pretendere risultati immediati. Il computer-assisted instruction e il web-based learning,tecniche in cui il computer funge da supporto per insegnanti e alunni, produrrebbero buoni risultati nel momento in cui gli studenti stessi imparassero a misurare la capacità di apprendimento e i feedback fossero ottimizzati. La flipped classroom  usa tecnologie didattiche per capovolgere l’insegnamento e apprendimento tradizionale  e il rapporto insegnante-studente. I materiali didattici digitalizzati sono posti nell’ambiente virtuale per l’apprendimento; si prescinde dai soli testi scritti con l’aggiunta di audio, video,e materiali vari su Internet, studiati all’esterno della classe, mentre in aula con l’insegnante sono poi rielaborati e discussi con laboratori ed esperimenti didattici. Il capovolgimento è dato dal fatto che la classe non è più luogo di trasmissione passiva dei saperi ma luogo attivo di problematizzazione cooperativo con l’insegnante e gli altri. Non si tratta di un cambiamento totale, ma dell’aggiunta di strumenti tecnologici che completino e personalizzino l’insegnamento e rendano lo studente partecipativo, sfruttando le sue caratteristiche di “nativo digitale”, il tutto ottimizzando anche il tempo. Il ruolo del docente e dello studente si trasformano. Il primo si arricchisce di abilità e  competenze tecnologiche e metodologiche, diventa una sorta di tutor/coach stimolante e versatile. Lo studente diventa più attivo, responsabile e collaborativo, adatta le conoscenze tecnologiche quotidiane all’ ambito didattico. In conclusione, le possibilità di aggiornare e migliorare il mondo della scuola con il ricorso a tecnologie strumentali e  complementari alle tecniche scolastiche tradizionali e di base ci sono. Non è sensato stravolgere la scuola e le sue abitudini, ma se ci sono le possibilità di renderla più efficace, senza sprechi o impegni anche economici troppo elevati e oltretutto senza pretendere di raggiungere livelli di sviluppo non alla nostra portata, è giusto fare uno sforzo. 

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