domenica 24 maggio 2015

Piattaforme e metodologie innovative: i casi TEAL e DISCO

Al giorno d’oggi il mondo dell’apprendimento e dell’insegnamento deve necessariamente innovarsi e aggiornarsi di continuo, per rimanere al passo con la rivoluzione tecnologica e digitale che vediamo quotidianamente stravolgere tutto ciò che ci circonda all’interno di qualsiasi ambito. Alla necessità di un apprendimento veloce e collaborativo risponde Secondchanceeducation.eu, una piattaforma europea di apprendimento  concepita per gli insegnanti, nell’ambito del progetto europeo DISCO, Digital Second Chance Opportunities. L’obiettivo è migliorare le conoscenze e le abilità dei docenti delle  Scuole delle Seconde Opportunità, istituzioni scolastiche sperimentali nate in Italia e in alcune città europee intorno agli anni ’80, che si occupano della formazione di giovani non istruiti e non impegnati in attività lavorative, con l’intento di ridurre la dispersione scolastica e l’esclusione sociale. La piattaforma utilizza un sistema di tutoring online che elimina l’obbligo di lavorare in aula e rappresenta una forma di impiego alternativo e compatibile con altri per gli insegnanti. La piattaforma darà la possibilità di concentrare le conoscenze nazionali rapportandole a quelle europee, migliorerà l’aggiornamento degli insegnanti, amplierà le conoscenze dei giovani riducendo il gap con i coetanei più fortunati e, cosa forse più importante, darà l’opportunità di inserimento nel mondo del lavoro. Il progetto, sostenuto dalla Commissione Europea, è molto ambizioso, ancora in divenire essendo stato organizzato pochi mesi fa; è indubbio che, qualora sfruttasse al meglio le proprie potenzialità, si tratterebbe di una risorsa molto utile pensata per una fascia di persone molto ampia che potrebbe ricavarne un aiuto importante per la propria realizzazione personale. Per maggiori informazioni http://www.secondchanceeducation.eu/

Il metodo TEAL, Technology Enabled Active Learning, ovvero "Apprendimento attivo potenziato con le tecnologie", ideato al MIT di Boston, crea un’esperienza collaborativa unendo lezioni frontali tradizionali, simulazioni e attività al computer e richiedendo una partecipazione attiva agli studenti attraverso laboratori e momenti di discussione. È prevista anche l’aula TEAL, strettamente connessa a tecnologie perlomeno basilari necessarie, ma la metodologia è utilizzabile anche in aule tradizionali. I benefici sono evidenti, gli studenti che utilizzano questo metodo hanno visto ridurre errori e lacune, persino le differenze di genere sono limitate. Caratteristiche vincenti sono il problem solving, l’ apprendimento attivo , il lavoro collaborativo, la partecipazione attiva degli studenti nella soluzione di problemi, la possibilità di osservare fenomeni e di descriverli e spiegarli, la discussione tra pari e il tutoring da parte di studenti più esperti. La tecnologia inoltre aiuta il docente a comprendere immediatamente gli apprendimenti dei ragazzi attraverso continui feedback, è possibile insomma personalizzare la didattica.  La flessibilità e la modularità sono altre caratteristiche, non ci sono metodi o passaggi fissi, la tecnologia è al servizio degli studenti. Il TEAL è un metodo senza dubbio rivoluzionario e sottoposto a continui aggiornamenti. In Italia è pensato per le scuole secondarie e per discipline diverse dalla fisica, per cui è originariamente sviluppato, adattabile a contesti e materie diverse con un ampio potenziale di diffusione. Anche in questo caso si tratta di una metodologia abbastanza nuova, non ancora diffusa al massimo delle sue potenzialità, specialmente in un paese notoriamente conservatore e con tempi di adattamento alle tecnologie abbastanza lenti come il nostro. Le potenzialità sono molto buone, soprattutto perché sembra trovare soluzione ai difetti ormai scontati degli istituti scolastici, come per esempio metodi antichi, strumenti arretrati e insegnamento passivo. La speranza sempre viva è che si superi presto questa anacronistica diffidenza per la tecnologia e ci si renda conto della necessità di aggiornamento del mondo della scuola, perché tutto inevitabilmente parte da questa.
Fonti: Wikipedia
            Indire.it

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