giovedì 28 maggio 2015

I tutorial e la libertà di poter scegliere.

Con i rapidi cambiamenti tecnologici che ormai avvengono all’ordine del giorno, è facile smettere di meravigliarsi e perdere quel senso di stupore che è facile leggere negli occhi della nonna che vede per la prima volta la nipote in webcam, mentre le parla in diretta da un altro continente. Diamo sempre più spesso tutto per scontato, anche ciò che non lo è affatto. Il mondo del web pullula di quelli che definiamo tutorial, sotto forma di video, di immagini o parole. Si basano su un concetto semplice: una persona che ha voglia di condividere con altri le proprie capacità ed una che abbia voglia di apprendere. Si potrebbe sostenere che non sia nulla di estremamente complesso o innovativo, qualcosa di banale che è sempre esistito, anche prima del digitale. Nonostante ciò sia condivisibile, è vero anche che i tutorial hanno prodotto un cambiamento abissale, per l’individuo in primis, ed estendendo il ragionamento, per l’intero sistema sociale. Sul web esistono dei tutorial, completamente gratuiti, che permettono di imparare quello che, prima, anche in anni di studi era difficile apprendere. L’intuitività e la velocità sono le armi vincenti di questa particolare forma di insegnamento. Oggi è praticamente possibile creare il proprio lavoro soltanto guardando dei tutorial presenti su YouTube. Esistono numerosi grafici, cuochi, e professionisti nei più svariati campi lavorativi che ammettono di aver imparato quasi tutto grazie a dei semplici e gratuiti video-tutorial. Senza costosi corsi, università o scuole di alcun genere. E’ questo il cambiamento che trovo estremamente rilevante. Prima dell’avvento del web, per un ragazzo, la possibilità di inventare il proprio mestiere, seguendo le proprie aspirazioni, era quasi un’utopia. Tutto dipendeva da molti più fattori, e di sicuro la situazione economica familiare rappresentava un dettaglio fondamentale nella scelta del proprio futuro lavorativo. Oggi praticamente chiunque goda di un accesso ad internet può scegliere cosa è meglio per sé. 
Poi è una differente “selezione naturale” che definisce chi avrà successo. Ma la libertà di scegliere ed imparare è ormai alla portata di tutti. E non vi è nulla di retorico o banale nella libertà.

martedì 26 maggio 2015

Vook : l’evoluzione dell’ebook


L’e-book, naturale evoluzione digitale del libro tradizionale, sembra ormai già essere superato grazie alla nascita del Vook. Nato dalla fusione di due parole book (libro) e video, viene indicato per definire dei prodotti editoriali ibridi che associano contenuti multimediali e interattivi al tradizionale libro stampato. Il termine è stato coniato dall’imprenditore americano Bradley Inman, creatore dell’omonima azienda.

Ma quali sono le differenze tra un ebook e un vook?
Innanzitutto un Vook permette di mescolare testo e video creando una nuova esperienza di lettura. Inoltre è possibile restare costantemente in contatto con l’autore del libro e con i lettori in un unico luogo, senza dover passare tra diverse applicazioni e siti web. 
Vook supera i limiti dell'interazione, risultando superiore all'ebook, che permette invece la sola lettura del documento di testo su diversi device. Non a caso il motto dell'impresa è proprio "read and watch it". 

Il video sottostante spiegherà nel dettaglio il meccanismo della piattaforma Vook.


Tuttavia Vlog non ha solamente rinnovato la modalità di visione di un libro, ma ha anche modificato il modo in cui gli autori si approcciano agli editori. Difatti intende creare un nuovo tipo di editoria digitale che utilizza la tecnologia e i dati per permette agli autori di pubblicare più velocemente, più intelligentemente e mantenere il controllo creativo e finanziario del proprio lavoro. 

Tre sono i loro principi :
Pubblicazione veloce : creando un ebook distribuibile sui migliori market online come Amazon, Apple, Google, Kobo e Blio in 192 nazioni.
Mercato intelligente : creando un dataset di 4 milioni di titoli disponibili sulla piattaforma.
Commercio equo : mantenendo l’85% delle royalties nette. Senza costi aggiuntivi e tasse nascoste. Fornendo agli autori la proprietà e il controllo dei diritti sull’opera.

Pubblicare su Vook è molto semplice, basta inviare sul sito il proprio manoscritto e questi creeranno automaticamente i file .epub e .mobi per distribuire l’ebook a tutti i principali rivenditori. Inoltre creeranno sulla propria piattaforma di pubblicazione una pagina interamente dedicata all'autore e alla sua opera.
Cosa pensate di questa invenzione? Secondo voi quali potranno essere i prossimi sviluppi del libro?  

Fonti :  Vook

"IL PORTALE DI FEDERICA : L'E-LEARNING DELLA FEDERICO II"






"Federica" è il progetto e-learning dell'Università degli studi di Napoli Federico II. Ha più di trecento corsi gratuiti e i podcast delle lezioni di tutti i corsi di laurea. E' un portale il cui accesso è libero e gratuito a tutti;vi sono lezioni on-line,firmate dai docenti di tutte le facoltà della Federico II. Tutti possono accedere ai contenuti didattici di "Federica" per studiare o approfondire le proprie conoscenze o temi di interesse. All'interno del sito vi sono più di cento corsi,con le sintesi delle lezioni,materiali di approfondimento e link per le fonti postati e selezionati dai docenti stessi;in più all'interno di "Federica" troviamo anche i podcast,dunque informazioni fruibili attraverso i lettori multimediali. "Federica" aiuta gli studenti,frequentanti e non frequentanti,a seguire passo dopo passo le lezioni e gli argomenti affrontati nelle lezioni dai docenti,approfondendone i temi grazie alle risorse web selezionate dai docenti.                                

 Il sito "Federica.unina" è una piattaforma innovativa,è una rivoluzione per l'Università di Napoli che consente l'interazione tra docenti e studenti anche da casa. Infatti spesso capita di trovare sul sito lezioni di un intero corso,consigli e approfondimenti degli argomenti trattati,per rendere più facile lo studio da casa (Fonte:www.unina.it). Anche a me personalmente è capitato,per motivi di lavoro , non poter partecipare ad interi corsi durante la mia esperienza universitaria,e grazie a "Federica" sono riuscita a recuperare informazioni utili per sostenere gli esami , senza restare indietro nella mia carriera scolastica;mi è anche capitato,di aver ,sfortunatamente,saltato solo una o due lezioni di un corso , e di essermi resa conto di aver saltato quelle fondamentali per poter capire e andare avanti nei miei studi;grazie all ‘ interazione con "Federica",sono riuscita a recuperare senza problemi comodamente da casa e senza nessuna difficoltà. All'interno del portale "Federica.unina" dell'Università di Napoli Federico II,troviamo i MOOC(Massive Open Online Courses) ,corsi online molto diffusi negli atenei statunitensi , che consentono anche ai non iscritti di seguire a distanza le lezioni universitarie;

Inoltre nel portale troviamo quattro "ambienti " per studiare ed apprendere :

-COURSEWARE: I  corsi sono strutturati secondo un unico formato standard per tutte le discipline,con una navigazione intuitiva ai suoi contenuti,ai materiali di studio e di approfondimento,le risorse multimediali e con un'ampia offerta di risorse scientifiche direttamente dai docenti.

-PODCAST:L'offerta di Federica è disponibile anche in formato podcast,cioè fruibile attraverso i lettori multimediali di ultima generazione,per portare con sé i materiali di studio ,leggere e consultare le lezioni in qualunque momento e luogo.

-LIVING LIBRARY:Grazie all'esperienza e al lavoro di un'equipe di ricerca multidisciplinare,Federica guida l'accesso alle fonti scientifiche in Rete attraverso un'autorevole selezione di biblioteche e archivi online:riviste,e-book,enciclopedie,collane di prestigio e banche dati,sono a portata di un click.

-PIAZZA FEDERICA:sviluppata con tecnologia 3D da immagini Snc,è il campus virtuale dell'Università Federico II di Napoli e riunisce in una piazza ideale tutto l'Ateneo. Un luogo da esplorare per scoprire il mondo di Federica,la sua offerta didattica,le sue straordinarie risorse.               (Fonte:www.federica.unina.it)


"Federica" quindi è un grande esempio di apprendimento sul web che mette a disposizione dell'utente tutte le informazioni necessarie riguardo  le diverse discipline dei corsi di laurea dell'Ateneo della Federico II di Napoli,dando l'opportunità di apprendere e seguire i corsi online anche  a coloro che per motivi personali,di lavoro o di distanza,non posso essere presenti in aula durante il normale svolgimento del corso in questione.


FONTI: -www.federica.unina.it
               -www.unina.it
               -www.universita.it


Da studente a Sommelier, dal proprio divano





Ognuno di noi ha delle passioni , chi ama la cucina , chi ama suonare , chi scoprire i misteri dello spazio e chi come me ama la cultura del vino. Da appassionata quale sono avevo sempre pensato di frequentare corsi di degustazione di vini ma dato i numerosi impegni quotidiani rimandavo ogni volta mi si presentava la situazione , fino a quando navigando sul web alla ricerca di un particolare vino che poteva abbinarsi alla cena da me preparata , mi ritrovai a guardare un link che pubblicizzava un corso online di “sommelier di 1 livello “ il prezzo era molto conveniente rispetto ai corsi offline che avevo visto tempi prima e cosi ,decisi di provare.

Prevedeva l’apprendimento della conoscenza del vino e del mondo che lo circonda, utile per avere una infarinatura generale della sommellerie. Metodologia del servizio, tipologia  di  vitigni  e  vini,  tematiche  dei  territori   a  vocazione  vitivinicola,  abbinamento  cibo-vino.  Da amatore ,ripeto,  il  corso  sembrava utile  al  fine  di  poter  gestire  le  proprie  scelte  inerenti .

Strutturato nel seguente modo :
4 moduli didattici , per una durata complessiva di 8 ore
test di apprendimento di 10 domande a risposta multipla alla fine di ogni modulo didattico ed un Attestato di partecipazione rilasciato a conclusione del corso online e al superamento dei test di apprendimento .Questo attestato permetteva l’accesso al seminario residenziale di esercitazioni pratiche organizzato da AMIRA.  A conclusione del seminario residenziale si otteneva l’attestato di 1° livello di Sommelier AMIRA

Il percorso formativo era fruibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per tutto il periodo della sua pubblicazione online. Per completarlo bastava Studiare i contenuti dei moduli didattici, Superare i test di apprendimento alla fine di ogni modulo (validi se l’80% delle risposte sono corrette), Compilare il questionario di gradimento (obbligatorio a fine percorso), Segnalare argomenti di proprio interesse e contribuire allo sviluppo dei nuovi corsi (fine percorso), Scaricare e stampare l’attestato.


Come si avrà avuto modo di capire, l'insegnamento in linea è un processo di formazione continua che implica l'utilizzo delle tecnologie di rete per progettare, distribuire, scegliere, gestire e ampliare l'apprendimento. In quest'ottica gli elementi principali nella progettazione di contenuti erogabili via rete, i quali rendono la Formazione a distanza non più assimilabile ai monolitici corsi tradizionali da distribuire indistintamente a tutti gli studenti, sono tre:
  • ·        l'interattività, vale a dire la necessità di coinvolgere il discente, generalmente avvalendosi del learning by doing;
  • ·        la dinamicità, ovvero il bisogno da parte del discente di acquisire nuove competenze mirate just in time;
  • ·        la modularità, ossia la possibilità di organizzare i contenuti di un corso secondo gli obiettivi formativi e le necessità dell'utenza.



Per quanto riguarda ques’ultimo punto , dobbiamo precisare che learning object èl 'oggetto di apprendimento può esser definito come un qualsiasi oggetto che entra a far parte del processo di formazione e che può essere (ri) utilizzato in tempi e luoghi diversi.


Al termine di questo mio primo corso online mi sono sentita molto soddisfatta , sarà che sono pigra e preferisco quasi sempre il divano di casa ad un aula , ma è stata un’esperienza fantastica .

Gli impegni lavorativi ed universitari occupano il maggior numero di ore della mia giornata , togliendomi tempo alle passioni ed hobby , rendendomi schiava della quotidianità e dell’apatia , grazie a queste piattaforme che erogano corsi online come quella da me utilizzata http://www.emagister.it  la situazione è completamente cambiata , anche dopo un’intera giornata fuori casa trovo rilassante e piacevole dedicare quei minuti dopo cena , a corsi online di svariati argomenti .



A mio parere queste piattaforme hanno rivoluzionato non solo il modo di apprendere ma anche , come nel mio caso , le abitudini di vita che prima restavano limitate ad una routine quotidiana.



Sitografia
http://it.wikipedia.org/wiki/E-learning
http://www.emagister.it 

L’insegnamento K12:dal“Table”al“Tablet”








Oggi, l’istruzione scolastica si sta trasformando per adattarsi allo sviluppo tecnologico e sociale che le nuove generazioni vivono. Un esempio di tale cambiamento è il ritorno dello studio tra le mura domestiche.Si potrebbe parlare di un ritorno al passato, in cui i giovani studiavano in privato, visionati dalla figura dell’istitutore oggi sostituito da dispositivi tecnologici come il computer o il tablet e da programmi di insegnamento online per studenti e lavoratori.
Un esempio è l’insegnamento k12, un programma realizzato da William J.Bennett per ottimizzare l’istruzione degli studenti americani.L’obiettivo è formare gli studenti attraverso la rete seguendo i metodi di valutazione scolastici vigenti.Gli alunni si troverebbero a studiare in un ambiente confortevole,utilizzando strumenti che sono ormai appendici al nostro corpo.Allo stesso modo,gli insegnanti hanno la possibilità di diffondere il sapere a molte più persone contemporaneamente, e di seguire con più attenzione chi resta indietro.Ma quanto può essere effettivamente utile questo metodo d’insegnamento?E’ vero che i nati negli anni 2000 possono essere definiti “nativi digitali”(cit.”Introduzione ai media digitali” di Arvidsson e Delfanti)perché hanno una predisposizione ad usare gli strumenti tecnologici che è radicata nel loro Dna.Ma quanti studenti avranno la costanza,la volontà e la determinazione per seguire e portare a compimento questo tipo di studio?
I bambini hanno maggior bisogno di una guida,di un insegnante fisicamente presente che sappia scandire i momenti di studio e quelli di svago,che sappia insegnare a leggere,scrivere e contare senza ricorrere alla calcolatrice o ad un linguaggio basato su abbreviazioni tipico della messaggistica istantanea, dimenticando la corretta forma grammaticale.Come si può imparare da una lezione videoregistrata,quando è essenziale frequentare un contesto in cui confrontarsi, come avviene nelle aule scolastiche oppure essere stimolati a migliorare, non solo nello studio ma anche nella costruzione della propria identità,senza nascondendosi dietro ad uno schermo. L’insegnamento K12, è più indicato per gli studenti universitari, in quanto permette loro di integrare lo studio con mezzi ideati per approfondire le proprie conoscenze strutturate negli anni. Tale modalità di studio permette di sfruttare le grandi opportunità che la scienza e la tecnologia mettono a disposizione per tutti noi.
Esistono anche altre teorie.Secondo il New York Times”I bambini valgono soldiquindi le piattaforme didattiche sono un mezzo attraverso cui le grandi aziende produttrici di dispositivi multimediali possono aumentare gli introiti tramite la vendita di strumenti tecnologici e con la distribuzione di APP da utilizzare dove e quando ci aggrada.
Ma ogni cosa ha in sé luce ed ombra e considerare solo uno di questi aspetti significa privarci della possibilità di conoscere davvero qualcosa.

Fonte:





lunedì 25 maggio 2015

Welcome to the NHK learning!

  Nel 2011 avevo finalmente terminato un periodo della vita ostico e stressante: il liceo. 
Ero satura di nozioni e processi dialettici, ormai ero solo intenta a divertirmi, andare al mare, leggere qualche libro interessante, uscire con gli amici e infine recuperare qualche serie TV che avevo trascurato per lo studio. Tuttavia proprio non riuscivo a far tacere il mio “grillo parlante”, la mia mente era intrisa di programmi di studio, giorni di orientamento, consigli dei parenti insomma non facevo altro che pensare al secondo stadio importante del piano di studio: l'università.  E' stato allora, nel periodo di installo, in cui ero in continua lotta con me stessa che ho trovato una delle passioni che custodisco gelosamente: la lettura dei manga. Leggevo articoli e libri su come diventare un editor, o una redattrice di manga, il mio obiettivo era comprendere la strada per fare qualcosa che mi piace: leggere e scrivere. Per poter arrivare al mio obiettivo, pensai di dover leggere quanto più potevo sull'argomento cosi cominciai a leggere tantissimi manga di vario genere, arrivai a duecento manga in poco tempo finchè non mi imbattei in Welcome to the NHK .

 

E' di informazione comune che i manga e gli anime veicolano la maggior parte della cultura, dai modi di comunicare al cibo, dagli usi ai costumi, dalla storia ai miti. In linee generali, quindi, quando si è immersi nella visione di un anime si apprendono molte informazioni sul modo di vivere. Tuttavia Welcome to the NHK oltre a fornire informazioni sugli atteggiamenti e sui miti del popolo d'Oriente, nella mia mente, ha aperto le porte di un modo di cui ignoravo l'esistenza, un mondo in cui emerge una figura che ai giorni nostri se non fosse stato per la lettura di questo manga, etichetterei anch'io come un semplice emarginato.
Difatti nel manga attraverso la delineazione di Satou Tatsuhiro, classico hikikomori giapponese, che vive recluso nel suo appartamento, ha troncato ogni rapporto della dimensione sociale dalla sua quotidianità, ha lascialo l'università e vive con i soldi che gli regalano i suoi genitori, riesce a trasmettere al lettore, le chiavi di lettura principali per conoscere e apprendere quel che poi è stato definito da alcuni esperti, come un campanello d'allarme. I protagonisti della vicenda, sono un giovane hikikomori-neet ed il suo relazionarsi con diversi personaggi disincantati che affrontano problemi tipici della gioventù, difficili da superare. Tatsuhiro Satō è un ragazzo che, ormai da ben 4 anni, vive rinchiuso nel suo appartamento a Tokyo ed egli rappresenta perfettamente l'hikikomori giapponese: ha mollato l'università, non ha un lavoro, non ha contatti con altre persone e stenta a vivere con i soldi che gli passano i genitori da casa.


I dieci minuti del video selezionato, offrono diversi spunti di riflessione.
Dal video si ha la possibilità di toccare diverse tematiche, come se fossero “estratte” direttamente dalla bocca di un hikikomori:
La prima cosa che salta all'occhio è l’ambientazione della stanza. Quest'ultima è caratterizzata da lattine vuote, panni stesi, riviste, in generale disordine e scarsa illuminazione.Una reazione, azione, di questa perenne oscurità può essere l’inversione del ritmo circadiano, della notte con il giorno. Infatti, le prime parole del protagonista dell’anime, Tatsuhiro Satō, sono:

“Ultimamente la mia testa ha qualcosa che non va… sarà perché dormo sedici ore al giorno”.
 
Un altro momento del video che fornisce una chiave di lettura, inizia al minuto 3.18 circa, quando Saito guarda la porta e ragiona su quanto sarebbe facile, in teoria, uscire per andare fino all’appartamento accanto e bussare. Gli hikikomori, infatti, credono di essere in grado di uscire quando lo desiderano, raccontandosi spesso delle bugie del tipo “posso, ma non voglio” . Il filmato continua con una fantasia del protagonista, che immagina come la gente lo guarderebbe se uscisse dalla sua stanza. Nel video, si notano delle perchè che sono intente ad osservarlo, che ridono alle sue spalle, che lo scherniscono e lo offendono.  Il periodo in cui inizia l'isolamento di Saito è quando afferma “L’estate del primo anno di università…”. Come già è stato descritto nel primo capitolo, l'isolamento è una fase critica in cui molti fattori cambiano e la paura di ciò che si dovrà affrontare spesso è talmente forte che spinge l'interessato al ritiro sociale. Nel lungo momento di silenzio, nel video, sono evidenti gli elementi che irrimediabilmente caratterizzano la vita di un recluso.
Un silenzio scandito dal frinire delle cicale, in cui domina l'inattività e l’apatia del protagonista. Scorrendo, si arriva al tema del “complotto”, quello che lui identifica nella “Nihon Hikikomori Kyokai”, traducibile come “Associazione Giapponese Hikikomori”.      
E' palese la tendenza ad attribuire le cause della propria condizione a fattori esterni, come è evidente da frasi del genere “non è colpa mia se sono recluso, è colpa dei complotti contro di me”, e una sempre più crescente sfiducia nei confronti della società. Infine, il video offre anche l'occasione di trattare un’importante distinzione, quella tra hikikomori, otaku e neet.
 A grandi linee: mentre l'Otaku è un termine giapponese che si riferisce a soggetti ossessivamente interessati a qualcosa, in particolare attinente al mondo dei manga, i Neet, Not in Education, Employment or Training, è un termine inglese che si riferisce alle persone che non studiano e non lavorano.
 
 

A cura di
Charlie R.




Aziende e l'E-learning

Qualche anno fa durante un'esperienza lavorativa mi è stato richiesto di dedicare mezzora del mio tempo per seguire un corso sulle procedure di sicurezza da rispettare nell'ambito di coloro che prestano attività in un ufficio. Si trattava di un seminario molto breve a cui mi sono dovuta registrare e che mi delucidava sulle normative correnti in materia di sicurezza sul lavoro, sulla valutazione di eventuali rischi e come comportarsi in casi di emergenza. Solo alla fine mi è stato richiesto di fare un piccolo test online come riscontro di quanto appreso.
Posso oggi inquadrare questo evento, che all'epoca mi è parso privo di nota, in un quadro più ampio che riguarda le nuove modalità che le aziende stanno  usando per ottimizzare le loro attività.
Le aziende si sono avvicinate a metodologie di formazione basate sui processi e-learning prettamente per quattro principi fondamentali:

  • Capillarità: collegarsi a una moltitudine di utenti, anche dislocati in sedi diverse e lontane tra loro.
  • Velocità: i media didattici raggiungono ormai tutti in maniere veloce e con meccanismi semplici alla portata di tutti.
  • Uniformità: favorisce la diffusione dei contenuti didattici su larga scala e in maniera  sistematica e coerente.
  • Fattore economico: i costi della formazione online sono molto più bassi rispetto aiprocessi di formazione tradizionale.


Questi sono sicuramente dei motivi più che validi che possono portare una azienda a usufruire di una formazione in modalità e-learning , inoltre è possibile anche unire momenti di formazione anche dal vivo con una metodologia definita mista o "blended". 

Occorre comunque considerare le debolezze di tale metodo in modo da poter rendere tale percorso costruttivo e non solo positivo per un discorso esclusivamente economico e di risparmio per il bilancio delle aziende.
Infatti uno degli svantaggi che si può riscontrare è sicuramente il valore percepito dai discenti su questo tipo di formazione, che considerano questo approccio non formativo e di conseguenza svolto senza motivazione e senza consapevolezza della sua  utilità.
A tal proposito le nuove piattaforme  rispetto al corso da me tenuto anni fa tendono a considerare questo aspetto e a superarlo. L'E-learning che funziona, ossia il Net Learning, per il superamento di questo handicap mira a includere i discenti in una "community".
Anziché somministrare solo nozioni si concentra a creare un ambiente in cui creare "intelligenza condivisa e collettiva" propria delle comunità virtuali. Per fare ciò sono indispensabili gli strumenti dell'e-learning (LMS,VCL) e gli attori principali: i tutor.
Creando questa dialettica in cui è possibile costantemente ottenere feedback di riscontro tra le parti il processo di formazione risulta essere più efficiente nel migliorare le prestazioni e raggiungere gli obbiettivi.

L’e-Learning : l’opportunità di apprendimento accessibile a TUTTI

What is a MOOC?

I nuovi media stanno cambiando radicalmente il ruolo degli insegnanti, le modalità di approccio al sapere degli studenti e le modalità di apprendimento. 

Questa rivoluzione si può notare nell'invenzione dell'acronimo MOOC: Massive Open Online Courses (Corsi online massivi aperti). 



Essi sono dei corsi online aperti pensati per una formazione a distanza che coinvolga un numero elevato di utenti. Tramite l'utilizzo del web, ai corsi accedono persone proveniente da varie aree geografiche. L'accesso ai corsi è gratuito, chiunque può iscriversi e imparare on-line.
In America molte università stanno sperimentando varie applicazioni di corsi on-line per coinvolgere sempre più studenti. I corsi MOOC rappresentano la scuola di domani, attualmente stanno coinvolgendo gli studenti universitari, molto probabilmente, nel futuro arriveranno anche corsi di formazione on-line adatti alle scuole elementari, medie e superiori.
Gli studenti iscritti a questi corsi devono visualizzare una lezione video (o più video) e svolgere dei compiti assegnati online, come discussioni, esercizi e quiz. In queste lezioni il ruolo del docente è minimo. Il punto di forza dei programmi MOOC è che permettono di collegarci e collaborare con gli altri. Si valorizza la collaborazione con altri studenti e l'interattività. Su queste piattaforme si accresce notevolmente la voglia di sapere e dell'autonomia di ogni singolo allievo. Inoltre, tutto il materiale fornito è condiviso tra i vari partecipanti ed è sempre disponibile.
Ma allora, che ne sarà della formazione universitaria tradizionale? In un prossimo futuro le università saranno tutte telematiche? La formazione avverrà unicamente a distanza?
Il tempo, lo spazio e il luogo ormai non sono più un problema. Con le nuove tecnologie si sono azzerati tutti i limiti spazio-temporali. Il mezzo attraverso cui tutti preferiscono imparare sta diventando proprio il computer.
Con l'avvento della formazione on-line, l'apprendimento è diventato un processo complesso e dinamico, non è più una modalità individuale e l' "autoapprendimento" non è più passivo, bensì prevede il ruolo attivo del discente e il suo fulcro è l'apprendimento collaborativo e cooperativo.

Una delle università italiane che utilizza il programma MOOC è l'Università di Nettuno.
Il processo di insegnamento e apprendimento avviene tramite un 
portale web. Vengono inoltre utilizzate la televisione satellitare e sistemi di videoconferenza. Lo studente non è più un semplice osservatore, partecipa attivamente alla costruzione del sapere.
Non solo diventa più indipendente e autonomo nel processo di acquisizione della conoscenza, ma diventa più responsabile e attento nel processo di auto-apprendimento. Anche l'insegnante deve adeguarsi a queste nuove modalità di apprendimento, il suo ruolo è quello di guidare gli studenti in questo nuovo percorso interattivo lasciandogli il proprio spazio. Il sapere è una costruzione a cui partecipano tutti, tutti possiamo imparare ed insegnare, non ci sono più distinzioni di ruoli e di età. On-line possiamo essere sia insegnanti che studenti, possiamo creare nuovi blog, forum, video. Siamo creatori e fruitori allo stesso tempo. Internet e il web sono fantastici proprio per questo, sono un mondo nuovo! Ogni qual volta ci colleghiamo ad Internet e navighiamo nella sua fitta ragnatela impariamo cose nuove. Il web è un mondo da esplorare continuamente. La nostra società si svilupperà sempre di più e con essa anche il modo di apprendere, probabilmente tra una decina di anni saremo tutti completamente digitalizzati, ovvero conosceremo approfonditamente la Rete; magari ci specializzeremo in tantissimi corsi on-line, magari no. Chi vivrà, vedrà..

domenica 24 maggio 2015

Piattaforme e metodologie innovative: i casi TEAL e DISCO

Al giorno d’oggi il mondo dell’apprendimento e dell’insegnamento deve necessariamente innovarsi e aggiornarsi di continuo, per rimanere al passo con la rivoluzione tecnologica e digitale che vediamo quotidianamente stravolgere tutto ciò che ci circonda all’interno di qualsiasi ambito. Alla necessità di un apprendimento veloce e collaborativo risponde Secondchanceeducation.eu, una piattaforma europea di apprendimento  concepita per gli insegnanti, nell’ambito del progetto europeo DISCO, Digital Second Chance Opportunities. L’obiettivo è migliorare le conoscenze e le abilità dei docenti delle  Scuole delle Seconde Opportunità, istituzioni scolastiche sperimentali nate in Italia e in alcune città europee intorno agli anni ’80, che si occupano della formazione di giovani non istruiti e non impegnati in attività lavorative, con l’intento di ridurre la dispersione scolastica e l’esclusione sociale. La piattaforma utilizza un sistema di tutoring online che elimina l’obbligo di lavorare in aula e rappresenta una forma di impiego alternativo e compatibile con altri per gli insegnanti. La piattaforma darà la possibilità di concentrare le conoscenze nazionali rapportandole a quelle europee, migliorerà l’aggiornamento degli insegnanti, amplierà le conoscenze dei giovani riducendo il gap con i coetanei più fortunati e, cosa forse più importante, darà l’opportunità di inserimento nel mondo del lavoro. Il progetto, sostenuto dalla Commissione Europea, è molto ambizioso, ancora in divenire essendo stato organizzato pochi mesi fa; è indubbio che, qualora sfruttasse al meglio le proprie potenzialità, si tratterebbe di una risorsa molto utile pensata per una fascia di persone molto ampia che potrebbe ricavarne un aiuto importante per la propria realizzazione personale. Per maggiori informazioni http://www.secondchanceeducation.eu/

Il metodo TEAL, Technology Enabled Active Learning, ovvero "Apprendimento attivo potenziato con le tecnologie", ideato al MIT di Boston, crea un’esperienza collaborativa unendo lezioni frontali tradizionali, simulazioni e attività al computer e richiedendo una partecipazione attiva agli studenti attraverso laboratori e momenti di discussione. È prevista anche l’aula TEAL, strettamente connessa a tecnologie perlomeno basilari necessarie, ma la metodologia è utilizzabile anche in aule tradizionali. I benefici sono evidenti, gli studenti che utilizzano questo metodo hanno visto ridurre errori e lacune, persino le differenze di genere sono limitate. Caratteristiche vincenti sono il problem solving, l’ apprendimento attivo , il lavoro collaborativo, la partecipazione attiva degli studenti nella soluzione di problemi, la possibilità di osservare fenomeni e di descriverli e spiegarli, la discussione tra pari e il tutoring da parte di studenti più esperti. La tecnologia inoltre aiuta il docente a comprendere immediatamente gli apprendimenti dei ragazzi attraverso continui feedback, è possibile insomma personalizzare la didattica.  La flessibilità e la modularità sono altre caratteristiche, non ci sono metodi o passaggi fissi, la tecnologia è al servizio degli studenti. Il TEAL è un metodo senza dubbio rivoluzionario e sottoposto a continui aggiornamenti. In Italia è pensato per le scuole secondarie e per discipline diverse dalla fisica, per cui è originariamente sviluppato, adattabile a contesti e materie diverse con un ampio potenziale di diffusione. Anche in questo caso si tratta di una metodologia abbastanza nuova, non ancora diffusa al massimo delle sue potenzialità, specialmente in un paese notoriamente conservatore e con tempi di adattamento alle tecnologie abbastanza lenti come il nostro. Le potenzialità sono molto buone, soprattutto perché sembra trovare soluzione ai difetti ormai scontati degli istituti scolastici, come per esempio metodi antichi, strumenti arretrati e insegnamento passivo. La speranza sempre viva è che si superi presto questa anacronistica diffidenza per la tecnologia e ci si renda conto della necessità di aggiornamento del mondo della scuola, perché tutto inevitabilmente parte da questa.
Fonti: Wikipedia
            Indire.it

E-learning e Dislessia







I disturbi dell’apprendimento, come la dislessia , non sono ancora noti a tutti , spesso gli sessi docenti ignorano tali problematiche confondendola con una semplice e superficiale “svogliatezza “ o “scarsa attenzione per quella determinata materia “ , è quello che mi sono sentita dire per tutto il corso della scuola primaria dalla mia insegnate di inglese. Si trattava di un’insegnante con scarsa preparazione in merito e poca attenzione verso il suo lavoro, aveva completamente ignorato che questa mia insufficienza era data da un problema di apprendimento causato da una dislessia mai diagnosticata se non in tarda età grazie ad uno screening online.

Questo succedeva negli anni 90 , poco più di 20 anni fa , ma possiamo affermare con certezza che la situazione è diversa ?  Oggi tale negligenza da parte degli insegnanti sia superata e quindi si  cerca di affrontarla al meglio ?

Ricordo che in Italia solo nel 2010 si è intervenuto a tutelare gli alunni con disturbi dell’apprendimento con la legge 170 dell’8 ottobre 2010 ,La  presente  legge  riconosce  la  dislessia,  la  disgrafia,  la  disortografia  e  la  discalculia  quali  disturbi specifici  di  apprendimento,  di  seguito  denominati  «DSA»,  che  si  manifestano  in  presenza  di  capacità cognitive adeguate, in  assenza  di  patologie neurologiche  e  di  deficit  sensoriali,  ma possono  costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. [i]

Tutte queste nuove tecnologie hanno permesso di compiere enormi passi avanti ad una mera e semplice tutela su carta di tale disturbo. L’Università di Roma Tre  illustra  i  presupposti  teorici  e  la  metodologia  definita  per  il  progetto  di ricerca relativo alla Scuola Dottorale in Pedagogia e Servizio Sociale ,La  ricerca  riguarda  la  possibilità  di  valutare  quanto  la  formazione  di insegnanti  in  servizio  erogata  con  modalità  blended,  ovvero  con  parziale  utilizzo  delle nuove  tecnologie,  su  tematiche  relative  ai  Disturbi  Specifici  di  Apprendimento  (DSA), possa  facilitare  la  progettazione  di  strategie  didattiche  inclusive.  Il  tema  di  ricerca  ha come quadro concettuale di riferimento il modello dell’International Classification of Functioning,  Disability  and  Health  for  Children  and  Youth  (ICF-CY)  con  il  capitolo “Prodotti  e  Tecnologie”  inserito  nella  componente  “Fattori  Ambientali”  della classificazione. L’aspetto della formazione degli insegnanti è stato affrontato riflettendo anche  sulla  possibilità  di  costituire  e  favorire  la  costituzione  delle  Comunità  di  Pratica. E nello stesso modo è stato dimostrato che negli ultimi anni si è assistito ad un aumento dell’utilizzo delle nuove tecnologie nel trattamento dei DSA[ii]. Il computer risulta un ottima tecnologia assistita ed educativa in associazione a software specifici per tale disturbo.

Il connubio tra riconoscimento del disturbo, con leggi apposite, e la tecnologia, grazie al prot. “MIUR AOO USPBS R.U. 25211 del 23 novembre 2011 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca” sono stati attivati progetti di  “Screening e dislessia”, che prevede moduli di apprendimento  e-learning su piattaforma ANSAS, centrati sulla attività di individuazione precoce e assistiti da un tutoraggio da parte di un gruppo di esperti AID. La proposta formativa è rivolta ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado. L’obiettivo è :
Estendere a tutte le scuole d'Italia il modello di formazione integrata per dotare gli insegnanti curriculari e non di competenze relative al riconoscimento e alla didattica per i disturbi specifici di apprendimento (dislessia) negli alunni di ogni ordine e grado di scuola, anche relativamente all'uso delle tecnologie informatiche come strumento didattico e compensativo.

Profilo dell’insegnante Referente Dislessia:
  •          Insegnante curricolare a Tempo Indeterminato
  •          Essere motivato e interessato ad accrescere la sua formazione
  •          Avere capacità relazionali e competenze nell’ambito della gestione delle dinamiche di gruppo
  •          Conoscere le potenzialità didattico – organizzative  offerte dal Regolamento dell’autonomia
  •         Essere disponibile a lavorare in rete all’interno/esterno
Per tale ragione nasce la piattaforma INDIRE, online a partire dal 31 marzo 2012, all’indirizzo http://for.indire.it/dislessia .

Personalmente ritengo d’immensa utilità questa piattaforma online ma credo che necessiti ancora di qualche modifica perché per il momento si presenta limitata ai soli docenti ,che sicuramente saranno in grado di riconoscere il problema il prima possibile, ma ritengo ugualmente  utile estenderla anche ai genitori , in modo da avere una formazione adeguata per poter seguire i propri figli.

Il numero di soggetti con DSA riconosciuto in tempo è ancora in Italia molto basso; è fondamentale abbassare l’età di riconoscimento e di diagnosi dei DSA almeno al secondo anno di scolarizzazione per permettere un intervento didattico e riabilitativo più efficace; è necessario che la Scuola si doti di strumenti propri capaci di riconoscere i segnali di rischio per la comparsa di un DSA; è necessario che questo percorso di riconoscimento precoce sia condiviso con i Servizi Sanitari. [iii]


Siamo uomini e non supereroi, siamo per natura esseri manchevoli , ma abbiamo la capacità di sopperire alle nostre mancanze fisiche con le protesi e le nostre debolezze intellettuali con computer. Non credete?


Sitografia 
http://for.indire.it/dislessia
http://www.slideshare.net/pierri/dislessia-e-elearning 
 
Bibliografia 
Progetti ministeriali per i DSA “gli insegnanti referenti e la piattaforma on-line” Alfia Valenti
 
 


[i] legge 170 dell’8 ottobre 2010
[ii] Fogarolo (2012)                                             
[iii] Progetti ministeriali per i DSA di Alfia Valenti