L’attuale
generazione di “nativi digitali” cresce e si forma in maniera totalmente
diversa non solo rispetto ai loro “antenati analogici”, ma anche ai precedenti “migranti
digitali”, obbligati ad entrare in confidenza con tecnologie digitali in una
fase più avanzata della loro vita con inevitabili difficoltà. Oggi è diffusa
una sorta di fiducia cieca nei confronti delle tecnologie, specialmente quelle
in grado di migliorare e aiutare l’apprendimento e la formazione dei più
piccoli e di tenerli quindi impegnati per un po’ ad imparare giocando, complici
anche i ritmi di vita frenetici e la mancanza di tempo libero dei genitori, che
quindi fanno più fatica a star loro dietro. Il risultato è che si affidano i
bambini a tablet, smartphone, computer e qualsiasi marchingegno elettronico che
possa distrarli e tenerli tranquilli, con il beneplacito dei
genitori. A rovinare i loro piani giunge una ricerca americana che lancia l’allarme
sull’uso eccessivo di tecnologie che procura più danni che benefici: l’utilizzo
ha inizio a partire dagli 11 mesi e
per 17,5 minuti
al giorno fino 4 ore e le
attività principali risultano essere guardare show educativi , usare app educative, premere a caso
lo schermo e fare giochi non
educazionali. Scopriamo che i dispositivi touchscreen
insegnano lentamente, che per relazionarci con gli altri e imparare ad usare
oggetti bisogna recuperare il buon vecchio giocattolo e stare a sentire mamma e
papà, per questi ultimi è senza dubbio un brusco ritorno alla realtà! Il
60% dei genitori è convinto che l'uso dei dispositivi produca un 'beneficio
nell'educazione', ma test cognitivi hanno dimostrato che non c'è nessuna
differenza tra i bambini 'tecnologici' e quelli non. Anzi, nei piccoli che
giocano con app non educative si è notato un ritardo nello sviluppo
del linguaggio; insomma la tecnologia non sostituisce il contatto diretto con i figli,
che piaccia o no i genitori dovranno tornare a dedicarsi anche al gioco. Le
piattaforme che cercano di sostenere i bambini in questo senso sono numerose.
Editouch è il primo tablet creato per facilitare l’apprendimento scolastico, il
suo elemento di forza è la presenza di programmi e strumenti utili specificamente a bambini che soffrono di
disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e che necessitano di bisogni educativi
speciali (BES). Fra le funzionalità
principali: ebook reader, che permette di visualizzare testi digitali e di ascoltarli;
il programma “draw your mind”, per creare mappe concettuali e mentali con
audio, video, immagini ecc. per memorizzare meglio gli argomenti; sintesi vocali in varie lingue, utile per chi
presenti difficoltà di lettura; font ad alta leggibilità, per semplificare la
lettura a ragazzi dislessici; tastiera parlante che corregge l’ortografia e legge
ad alta voce quanto scritto; programma di videoscrittura, con aggiunta di
tabelle, grafici, immagini, presentazioni e fogli di calcolo; funzionalità di
controllo, per monitorare ciò che il ragazzo fa su internet, bloccare l’accesso
a contenuti inappropriati e prevenire il
cyberbullismo.
In linea con una logica complementare, che unisca analogico e
digitale, è Keybook, ebook interattivo per piattaforme mobili,un libro in cui si integrano contenuti
appartenenti a strumenti distinti come libri
cartacei o digitali, web, social networks. Progetto ancora in fieri, Keybook è un “contenitore”
che amalgama immagini, tabelle, grafici, video, hyperlink interni al libro, mappe mentali o concettuali, presentazioni
in powerpoint,
immagini in 3D o interattive, questionari interattivi di verifica dell’apprendimento.
Strettamente destinato ai più piccoli, Answerables è un'innovativa
piattaforma che fonde l'insegnamento basato sul gioco con un Learning Management System in un divertente ambiente virtuale/digitale,
una sorta di Second
Life, ma diretto ai bambini e più "user friendly". Si
tratta di un ottimo strumento per i docenti che permette di creare e assegnare lezioni digitali e
per gli studenti per apprendere
in collaborazione con gli altri in un ambiente sicuro. In conclusione, è evidente che la tecnologia non è cattiva, ma va usata in maniera intelligente ed
equilibrata, specialmente con i bambini, perché un suo cattivo uso potrebbe
provocare in loro disturbi e problemi in fasi centrali e delicate come quella
dell’infanzia e dell’adolescenza. Non si può pretendere di tenere i bambini
lontani dal mondo digitale in questa fase storica, ma si può bilanciare il
ricorso alla tecnologia con il calore umano della famiglia.
Fonti: Repubblica.it
labuonascuola.gov
tabletascuola.net
nexed.com
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