martedì 2 giugno 2015

Luci ed ombre dei nuovi strumenti di apprendimento digitale per bambini

L’attuale generazione di “nativi digitali” cresce e si forma in maniera totalmente diversa non solo rispetto ai loro “antenati analogici”, ma anche ai precedenti “migranti digitali”, obbligati ad entrare in confidenza con tecnologie digitali in una fase più avanzata della loro vita con inevitabili difficoltà. Oggi è diffusa una sorta di fiducia cieca nei confronti delle tecnologie, specialmente quelle in grado di migliorare e aiutare l’apprendimento e la formazione dei più piccoli e di tenerli quindi impegnati per un po’ ad imparare giocando, complici anche i ritmi di vita frenetici e la mancanza di tempo libero dei genitori, che quindi fanno più fatica a star loro dietro. Il risultato è che si affidano i bambini a tablet, smartphone, computer e qualsiasi marchingegno elettronico che possa distrarli e tenerli tranquilli, con il beneplacito dei genitori. A rovinare i loro piani giunge una ricerca americana che lancia l’allarme sull’uso eccessivo di tecnologie che procura più danni che benefici: l’utilizzo ha inizio a partire  dagli 11 mesi e per 17,5 minuti al giorno fino 4 ore e  le attività principali risultano essere guardare show educativi , usare app educative, premere a caso lo schermo  e fare giochi non educazionali. Scopriamo che i dispositivi touchscreen insegnano lentamente, che per relazionarci con gli altri e imparare ad usare oggetti bisogna recuperare il buon vecchio giocattolo e stare a sentire mamma e papà, per questi ultimi è senza dubbio un brusco ritorno alla realtà! Il 60% dei genitori è convinto che l'uso dei dispositivi produca un 'beneficio nell'educazione', ma test cognitivi hanno dimostrato che non c'è nessuna differenza tra i bambini 'tecnologici' e quelli non. Anzi, nei piccoli che giocano con app non educative si è notato un ritardo nello sviluppo del linguaggio; insomma la tecnologia non sostituisce il contatto diretto con i figli, che piaccia o no i genitori dovranno tornare a dedicarsi anche al gioco. Le piattaforme che cercano di sostenere i bambini in questo senso sono numerose. 
Editouch è il primo tablet creato per facilitare l’apprendimento scolastico, il suo elemento di forza è la presenza di programmi e strumenti  utili specificamente a bambini che soffrono di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e che necessitano di bisogni educativi speciali (BES). Fra le funzionalità  principali: ebook reader, che permette di  visualizzare testi digitali e di ascoltarli; il programma “draw your mind”, per creare mappe concettuali e mentali con audio, video, immagini ecc. per memorizzare meglio gli argomenti;  sintesi vocali in varie lingue, utile per chi presenti difficoltà di lettura; font ad alta leggibilità, per semplificare la lettura a ragazzi dislessici; tastiera parlante che corregge l’ortografia e legge ad alta voce quanto scritto; programma di videoscrittura, con aggiunta di tabelle, grafici, immagini, presentazioni e fogli di calcolo; funzionalità di controllo, per monitorare ciò che il ragazzo fa su internet, bloccare l’accesso a contenuti inappropriati e  prevenire il cyberbullismo. 
In linea con una logica complementare, che unisca analogico e digitale, è Keybook, ebook interattivo per piattaforme mobili,un libro in cui si  integrano contenuti  appartenenti a  strumenti distinti come libri cartacei o digitali, web, social networks. Progetto ancora in fieri, Keybook è un “contenitore” che amalgama immagini, tabelle, grafici, video, hyperlink interni al libro, mappe mentali o concettuali, presentazioni in powerpoint, immagini in 3D o interattive, questionari interattivi di verifica dell’apprendimento
Strettamente destinato ai più piccoli, Answerables è un'innovativa piattaforma che fonde l'insegnamento basato sul gioco con un Learning Management System in un divertente ambiente  virtuale/digitale, una sorta di  Second Life, ma diretto ai bambini e più "user friendly". Si tratta di un ottimo strumento per i docenti che permette di creare e assegnare lezioni digitali e per gli studenti per apprendere in collaborazione con gli altri in un ambiente sicuro. In conclusione, è evidente che  la tecnologia non è cattiva, ma va usata in maniera intelligente ed equilibrata, specialmente con i bambini, perché un suo cattivo uso potrebbe provocare in loro disturbi e problemi in fasi centrali e delicate come quella dell’infanzia e dell’adolescenza. Non si può pretendere di tenere i bambini lontani dal mondo digitale in questa fase storica, ma si può bilanciare il ricorso alla tecnologia con il calore umano della famiglia. 


Fonti: Repubblica.it
labuonascuola.gov
tabletascuola.net
nexed.com

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